mercoledì 8 dicembre 2010

L'Islam: alcune informazioni di base

L'Islam
La parola “Islam” deriva dalla parola araba “as_salam” che significa “entrare nella pace attraverso la sottomissione volontaria a Dio”. Quasi tutte le religioni del mondo prendono il nome da quello del fondatore o da quello del popolo in cui esse hanno avuto origine. Con l'Islam è tutta un'altra cosa: esso ha la particolarità di non essere associato a nessun uomo né a un popolo. Il suo nome, come la sua area geografica, è UNIVERSALE.
Un sistema di vita e non solo una religione:
L'Islam non è solo una religione (mazhab) ma un sistema di vita completo (deen): cioè non riguarda solo la fede e i riti ma tutti i campi della vita umana, a partire da campo politico-sociale a quello economico. Infatti la parola religione non viene mai usata né nel corano né nei detti del Profeta Muhammad (pace e benedizione di Dio su lui). Si trovano le linee guida per ogni problema dell'individuo e dell'insieme, per esempio come fare le abluzioni rituali prima della preghiera o quali sono i limiti entro i quali il parlamento può emanare le leggi.
Adesso vediamo i cinque pilastri della fede islamica:
I Cinque Pilastri
La prima cosa che bisogna specificata è che nella nostra religione la fede ha il imprimatur su ogni altro aspetto della vita, in quanto solo una fede solida può portare a uno stile di vita basato su una morale corretta. Infatti i cinque pilastri della fede servono per preparare l'uomo a svolgere un ruolo attivo e corretto nella società in cui vive. I cinque pilastri sono:
La Shahada:
la shahada, o "testimonianza" di fede consiste nell'affermazione, espressa con retta intenzione, dell'esistenza in Dio Uno e Unico nella missione profetica di Muhammad (pace e bedizione di Dio su di lui).
Inoltre alla shahada le cose in cui deve credere un buon musulmano vengono spiegate in innumerevoli versi del Sublime Corano ma noi ne citeremmo solo uno:
La carità non consiste nel volgere i volti verso l'Oriente e l'Occidente, ma nel credere in Allah e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libri e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere l'orazione e pagare la decima . Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversità e nelle ristrettezze, e nella guerra, solo loro che sono veritieri, e i timorati.(cap. 2, vv.177, Sublime Corano)
La preghiera:
Le preghiere legali - obbligatorie per chi sia pubere, sano di corpo e di mente e non ne sia oggettivamente impedito - sono adempiute all'alba, a mezzogiorno, al pomeriggio , al tramonto e di notte, in tempi annunziati dall'adhan, l'appello alla preghiera compiuto dai muezzin sui minareti. La preghiera deve essere effettuata rivolgendosi verso La Mecca, in particolare alla Kaaba.
Ogni ṣalāt ha precisi tempi "d'elezione" , non rispettando i quali l'atto non è valido e tali momenti sono ricordati dai minareti delle moschee mercé l'appello (adhān) lanciato dal muezzin
Tutto ciò prevede, per sopperire alla possibile non visibilità del sole per cause atmosferiche, che vi sia qualcuno in grado di determinarne i tempi in base a calcoli scientifici ed è per questo che la misurazione del tempo ha avuto nell'Islam una notevole rilevanza, così come il corretto orientamento geografico, tanto in terra quanto in mare, con lo sviluppo ad esempio dei calcoli trigonometrici.
Per la validità della ṣalāt i requisiti obbligatori sono il preciso intento (niyya) di adempiere l'atto per le sue reali finalità devozionali, lo stato di purità rituale (ṭahāra), da conseguire con il wudu' o con il ghusl, e l'orientamento verso la kaaba.

Il digiuno o Il Ramadan:
Il Ramadan detto anche il digiuno è, secondo il calendario islamico, il nono mese dell'anno e ha una durata di 30 giorni. Il Ramadan, costituisce un periodo eccezionale dell'anno per i fedeli : la sua sacralità è fondata sulla tradizione già fissata nel Corano. Nel corso del mese di Ramadan infatti i musulmani praticanti devono astenersi - dall'alba al tramonto - dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Chi è impossibilitato a digiunare (perché malato o in viaggio) può anche essere sollevato dal precetto, però, appena possibile, dovrà recuperare il mese di digiuno successivamente.
L'ingestione involontaria di cibi, di sostanze liquide o gassose non costituisce comunque rottura di digiuno. Le donne incinte o che allattano, i bambini e i malati cronici sono esentati dal digiuno e dovrebbero al suo posto, secondo le loro possibilità, fare la carità come ad esempio nutrire le persone bisognose. Le donne durante il loro ciclo o le persone in viaggio non devono digiunare ma lo devono rimandare. Quando tramonta il sole il digiuno viene rotto.
Dato che il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell'anno solare), il mese di Ramadan di anno in anno cade in un momento differente dell'anno solare, e quindi man mano cade in una stagione diversa.
Il significato spirituale che si attribuisce ad esempio al digiuno la dote di insegnare all'uomo l'autodisciplina, l'appartenenza ad una comunità, la pazienza e l'amore per Dio, di far capire la difficoltà di chi non ha da mangiare ecc.


Lo Zakat:
Col termine zakāt s'intende l'annuale obbligo religioso prescritto dal Corano di "purificazione" della propria ricchezza che ogni musulmano pubere e in possesso delle normali facoltà mentali deve adempiere per potersi definire un vero credente. Spesso tradotta con elemosina, la zakāt non ha in sé alcun elemento di volontarietà ma è un obbligo religioso legale (per la vera e propria elemosina si usa il termine sadaqa).
Etimologicamente collegata al concetto di “purezza”, la zakat – pagare una quota della propria ricchezza a beneficiari specificamente stabiliti – è un modo per purificarsi, così come lo è la preghiera (Corano 9:103).
L'Islam ha per lunghi secoli provveduto a far ciò, affidando la gestione della zakāt al potere califfale o ai suoi sostituti politici locali e la sua percezione avveniva per il tramite di appositi funzionari di nomina califfale (gli "agenti", o ‘umalā’) che applicavano precisi tabellari nell'esigere quanto dovuto o in numerario o in beni prodotti. Con la fine del califfato tale esazione è diventata nei fatti del tutto volontaria ma non è venuta meno. I fedeli musulmani infatti calcolano da sé quanto dovrebbero versare e provvedono a destinare l'ammontare a organizzazioni di beneficenza che offrono tutte le garanzie di buon impiego di quanto incassato. Se lo stato non ha istituito un organo per la raccolta della zakat va versata direttamente. Essa può essere data anche ad organizzazioni caritatevoli che se ne prefiggano la redistribuzione.
Il sistema economico dell'Islam può essere definito come “ capitalismo controllato”.
In cui è vietata ogni forma d'interesse anche commerciali, i giochi d'azzardo, ogni attività in cui vengono messi all'esalto i bisogni sessuali. E alla fine se un tenente supera un certo limite dell'accumulo della ricchezza una percentuale verrà presa obbligatoriamente per dare ai nulla tenenti.
Questo limite è di 85g d'oro, 1075g d'argento o i soldi con cui si possono comprare 1075g d'argento. Comprende anche ali animali d'allevamento, le raccolte delle coltivazioni, i prodotti da commercio.
La zakat è diretto alle categorie più svantaggiate della società islamica: i poveri, gli orfani,le vedove, i passeggeri ecc, per non creare una distanza insuperabile tra le varie “frazioni” della società.
Il pellegrinaggio o L'Hajj:
Ḥajj è il nome del pellegrinaggio islamico canonico che costituisce il quinto dei pilastri dell'Islam. Esso obbliga ogni fedele che ne abbia le possibilità fisiche ed economiche a compiere, almeno una
volta nella vita, nell'ultimo mese islamico, a Mecca e Medina.
Il ḥajj va obbligatoriamente compiuto nel mese lunare di Dhū l-Ḥijja, ultimo mese dell'anno islamico. In tutti gli altri mesi il rito è chiamato Umra pellegrinaggio "minore" non obbligatorio che si differenzia dal ḥajj per la sua minor durata e per i suoi diversi e più semplici passaggi liturgici.
La giurisprudenza islamica permette a chi ne sia impedito fisicamente ma ne abbia la possibilità economica di delegare qualcun altro all'assolvimento dell'obbligo religioso, i cui vantaggi spirituali saranno lucrati da chi abbia provveduto al pagamento del viaggio e al mantenimento sul posto della persona incaricata. È anche possibile lasciare appositi fondi in eredità perché il rito sia compiuto in nome e a vantaggio del defunto.
Particolare è l'abbigliamento del pellegrino, che si raccomanda usi solo due pezze di stoffa non cucite di color bianco, una per cingersi i fianchi e l'altra per coprire il tronco e la spalla sinistra, ma lasciando libero il braccio destro (rida'). Serve per mettere in evidenza l'uguaglianza tra i credenti e davanti a Dio, a prescindere dalla loro nazione, colore, sesso o etnia. Ogni anno almeno 2,5 millioni di persone eseguono il pellegrinaggio.