sabato 22 gennaio 2011

La posizione della donna: nell'Islam e nell'Occidente!!

Dalla inferiorità alla “parità”:
lunga battaglia della donna in occidente
La donna per quasi tutta la storia dell'umanità, dall'antichità ad oggi, ha vissuto in una condizione di notevole inferiorità in rapporto all'uomo. Lo scopo di questo mio articolo è di fornire una visione “completa” sulla condizione della donna nell'occidente. Magari qualcuno troverà delle “sorprese” nel leggere per la prima volta certe cose. Ho cercato di riportare i testi e le esatte parole degli autori per fare un'analisi quanto possibile oggettiva. L'anno scorso avevo già scritto sui diritti delle donne nell'Islam,che vorrei ripubblicare in questo numero del giornalino per rinfrescare la memoria e in modo da dare una visione globale sul tema in due società dominanti dei nostri tempi: Il mondo islamico e l'occidente.
Partiamo dalla condizione della donna nel mondo greco. Sin dai tempi più antichi il mondo greco ci presenta spesso la donna come un essere malefico e causa di molti mali. Un esempio è il mito di Pandora, raccontato da Esiodo nel suo poema. Secondo gli autori greci la donna non era prevista nel progetto iniziale del mondo. Lo stesso Esiodo sostiene che la donna è entrata a far parte del nostro mondo come castigo per l'uomo ovvero una punizione per le sue cattive opere (versi 62-69,citati in E.DeMarchi, Gli Elleni, II ed. Vallardi, Milano 1924, pag.231).
Platone, nei Dialoghi, afferma: “ tutti quelli che nati uomini, sono stati codardi e sono vissuti nell'ingiustizia,[...] si mutarono in donne nella seconda generazione”. (Dialoghi, VI Laterza, Bari 1918, pag.81)
Secondo Aristotele la donna è un maschio “mancato”. La donna è inferiore all'uomo anche nella funzione che generalmente le viene riconosciuta come propria: la maternità. Ipse dixit: “ Nel processo generativo la donna non concorre allo stesso modo dell'uomo: questo reca il principio del movimento, quella la materia”. (La generazione degli animali, ed. Belles Lattres, Parigi1961).
A Roma la donna godeva di una posizione superiore a quella che occupava in Grecia pur rimanendo, comunque, profondamente sottomessa all'uomo. Il Pater familias aveva il potere di decidere sulla vita e la morte della donna. La prostituzione era una usanza comune presso i romani. La povera figlia d'Eva veniva usata come un “giocattolo” per i soldati stanchi che dopo aver combattuto una guerra volevano divertirsi.
Adesso passiamo allo stato della donna nel mondo ebraico-biblico. Stando a Qoèleth 7:26-29 pare che se ne debba dire molto male. S'afferma infatti: “trovo che amara più della morte è la donna, la quale è tutta lacci: una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma il peccatore ne è preso [...]”. Infatti la donna ebraica è molto inferiore all'uomo; “non bisogna parlare alle donne sulla piazza” recita il Talmud. La donna non eredita dal proprio marito né normalmente dal padre. Non può testimoniare nei tribunali. (Dizionario enciclopedico della Bibbia e del mondo biblico, Massimo, Milano 1986, pag.239).
È da tener presente anche la formulazione dell'ultimo precetto del decalogo in Esiodo 20:17, e Deuteronomio 5:12: la donna è posta insieme alle cose che non si possono desiderare lecitamente.
Passando al “cristianesimo” possiamo notare una notevole differenza tra gli insegnamenti del profeta Gesù Cristo (pace di Dio su lui) e quelli di Paolo di Tarso. Quest'ultimo cambiò per non dire ribaltò notevolmente quanto espresso dallo stesso Gesù (pace su di Dio su lui) . Per quanto riguarda il Figlio di Maria (pace di Dio su loro due) ha sempre rispettato la donna nel suo comportamento come tra l'altro l'hanno fatto tutti i profeti, da Adamo (pace su di Dio su lui) a Muhammad (pace e benedizione di Dio su lui). Ma se esaminiamo le parole, più o meno affidabili, che egli ha pronunciato, non ne troviamo nulla di preciso sulla posizione della donna.
Adesso passiamo considerazione della donna in Paolo di Tarso (fondatore del paulismo o del “cristianesimo” attuale ). Paolo ha scritto vari libri contenuti nella Bibbia che abbiamo oggi e le sue parole sono considerate un fondamento teologico nel cristianesimo, spesso anche più di quelle di Gesù (pace di Dio su lui). Per capire la posizione che lui concede alla donna cito vari passi delle sue lettere;
Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù”(Gal 3:28).
Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna;”(1Cor,11:3-11)
Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea.”(1Cor,14:34-35)
La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia”.(1Tm2:11-15)
A parte il primo passo nella maggior parte dei suoi discorsi Paolo sostiene l'inferiorità della donna. I motivi di questa disuguaglianza sono i seguenti:
  • la donna è stata creata dopo l'uomo;
  • la donna è stata creata per l'uomo;
  • la donna ha peccato prima dell'uomo e ha trascinato nella disobbedienza lo stesso uomo.
Quindi alla luce di quanto ha detto Schusserl Fiorenza, una delle maggiori femministe e docente di ”Nuovo testamento e teologia”, nel suo saggio “In memoria di lei” basta dire che nella Bibbia e specialmente nelle lettere di Paolo la donna occupa un posto inferiore all'uomo.( S.Fiorenza, In memoria di lei, Claudiana, Torino 1990).
Più o meno lo stesso atteggiamento si nota negli scritti di altri grandi autori cristiani. Ad esempio nel De Cultu foeminarum (I 1 ML1,130) , Tertulliano accusa la donna di essere la causa della caduta del genere umano e della morte di Gesù (pace su di Dio su lui) . Giovanni Crisostomo sostiene: “bisogna far ricadere la colpa di Eva su tutte le donne in quanto tutte sono deboli e leggere.”(MG 54,554s).
Tra gli autori cristiani citiamo uno di particolare prestigio: Tommaso d'Aquino:
  • commentando le parole di 1Cor11:3 fa suo il giudizio di Aristotele e afferma che la donna è “un maschio mancato”;
  • nella Somma teologica (I,q.92,art.1) egli si chiede “se nella prima costituzione del mondo c'era bisogno di produrre la donna”. No, afferma,“la femmina è un maschio mancato e nella prima costituzione del mondo non doveva esserci nulla di mancato e di difettoso e perciò allora la donna non doveva essere creata”. Continua dicendo: “rispetto alla natura particolare la donna è un essere difettoso e manchevole”. Ancora nella Somma teologica (in II-II,q.165, art.2) sostiene: “ la donna era debole e quindi poteva più facilmente sedotta, sia perché, data la sua intimità con l'uomo, la donna costituiva per il demonio il mezzo più efficace per sedurlo”.
    Questa posizione è talmente “pacifica” e condivisa che si trova persino fuori dell'area cattolico-paulista, in personaggi di opposta tendenza, ad esempio in Machiavelli, Molière e in Rousseau. Fermiamoci brevemente su quest'ultimo, nei libri quarto e quinto dell'Emilio troviamo seguenti affermazioni:
  • la donna è fatta per piacere dell'uomo”;
  • l'uomo e la donna non devono avere la stessa educazione”;
  • la donna è fatta per ubbidire ad un essere così imperfetto come l'uomo […], essa deve imparare di buon'ora a soffrire anche l'ingiustizia e a sopportare i torti senza lamentarsi: i torti del marito”;
  • la donna deve avere la religione del suo marito”. (l'Emilio, ed. Garnier, pag. 431-457)
    Questa condizione continuò fino a un secolo prima, quando le donne hanno ottenuto il diritto di possedere proprietà e il diritto di voto, in alcuni Paesi “libero-democratici” addirittura nel 1945 e 1974 (giusto per un confronto, le “povere” donne islamiche possedevano questi due diritti già dal 600 d. C).
    Oggi, le coraggiose donne occidentali, dopo una dura lotta contro la società ,hanno “ottenuto” i diritti che per secoli erano stati negati loro,al contrario delle donne musulmane,però, sono diventate un oggetto di pubblicità e di sfruttamento nelle mani della società capitalista. I maschi le hanno ingannate in un modo talmente intelligente che non si sono rese conto dei privilegi che hanno perso. Oggi la donna deve lavorare fuori casa per colmare i bisogni economici della famiglia in quanto i maschi si sono “liberati” di questa responsabilità ma allo stesso tempo deve curare la casa, la famiglia e allevare i bambini. Le donne,quindi, devono svolgere una doppia funzione, in quanto l'uomo non può condividere certi compiti che naturalmente sono femminili. Capita allora che la donna non riesca a tenere un equilibrio tra le sue responsabilità di lavoro e di casa, stanca e stressata, trascura l'educazione e la trasmissione di valori ai propri figli . La mancanza di questi valori è l'inizio della rovina di una società in quanto la famiglia è il nucleo fondante di una società, che “ammalandosi” porta la società stessa al declino. A questo punto diventa positiva la divisione dei compiti all'interno della famiglia. Secondo me il fatto che la donna debba curare la famiglia e la casa senza preoccuparsi di bisogni economici, e l'uomo debba fare i lavori “pesanti” fuori casa non non implica una condizione di inferiorità per la donna. In quanto sia la donna che l'uomo operano in due sfere diverse ma di uguale importanza. Ad essere sinceri, il lavoro della donna è più importante in quanto prepara la futura generazione di una società giocando così un ruolo importante nel fissare gli obiettivi e le tendenze di una società. Per concludere possiamo affermare che il compito dell'uomo è di salvaguardare il presente di una società e quello della donna è di dare un futuro migliore alla società stessa.
I diritti delle donne nell'Islam
Prima della venuta dell'Islam in molte parti del mondo la donna era vista come una creatura divina di secondo grado e non aveva nessun diritto. In una situazione di questo genere la prima religione nella storia umana a riconoscere tutti i suoi diritti è stato l'Islam. Questi diritti sono stati riconosciuti senza nessuna sua richiesta o movimento femminista. Mentre nei Paesi “liberi”, “democratici” e “moderni” che “rispettano” tutti, le donne hanno dovuto lottare per più di cent'anni (per questo deve deve essere dato massimo credito al loro coraggio) e per ottenere i suoi diritti ha perso molti privilegi (anche se in queste società privilegi non aveva). Adesso vediamo quali diritti ha la donna nell'Islam a partire della sua nascita fino alla morte, poi nella vita nell'aldilà.
Diritto di nascita:
Il Corano dice apertamente che ogni essere umano, donna o uomo, che è stato concepito nel ventre materno ha diritto alla nascita. Non sì può fare l'aborto se non in due casi estremi. Uno quando la mamma rischia la vita e il secondo quando la gravidanza ha avuto luogo a causa di una violenza sessuale sulla donna. Il Corano dice:
Non uccidete i vostri figli per timore della miseria: siamo Noi a provvederli di cibo, come [provvediamo] a voi stessi. Ucciderli è veramente un peccato gravissimo. (17:31)
Vengono condannati coloro che si addolorano quando nasce una femmina, il Corano dice:
Quando si annuncia ad uno di loro la nascita di una figlia, il suo volto si adombra e soffoca [in sé la sua ira,Gli arabi dell'epoca preislamica consideravano una vera disgrazia la nascita di una femmina e arrivavano fino a seppellirla viva per liberarsene. ndr .]
Sfugge alla gente, per via della disgrazia che gli è stata annunciata: deve tenerla nonostante la vergogna o seppellirla nella polvere? Quant'è orribile il loro modo di giudicare.(6:58-59)
Secondo l'Islam la donna e l'uomo sono uguali per nascita; il Corano dice:
Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donne. E temete Allah, in nome del Quale rivolgete l'un l'altro le vostre richieste e rispettate i legami di sangue. Invero Allah veglia su di voi. (4:1)
In questo verso il genere umano in quanto creato tutto da un solo essere il rapporto tra l'uomo e la donna è considerato come un legame di sangue. E nel legame di sangue nessuno è migliore dell'altro.
Nell'Islam la colpa dello sbaglio commesso dal profeta Adamo e la sua moglie Eva(pace su di loro)
viene attribuita a tutti e due (peccato che poi è stato perdonato da Dio cosicché nessuno nasce caricato di un peccato che non ha mai commesso ). il Nobile Corano dice:
E dicemmo:"O Adamo, abita il Paradiso, tu e la tua sposa. Saziatevene ovunque a vostro piacere, ma non avvicinatevi a quest'albero che in tal caso sareste tra gli empi". Poi Iblîs (Satana) li fece inciampare e scacciare dal luogo in cui si trovavano. E Noi dicemmo:"Andatevene via, nemici gli uni degli altri . Avrete una dimora sulla terra e ne godrete per un tempo stabilito ". Adamo ricevette parole (per chiedere perdono) dal suo Signore e Allah accolse il suo pentimento. In verità Egli è Colui che accetta il pentimento, il Misericordioso.(2:35-37)












Diritti di una figlia:
Prima dell'Islam le femmine erano considerate un peso e una vergogna . Con la venuta dell'islam le femmine hanno ottenute l'onore ch'è loro. Un detto del Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) dice:
Chi ha allevato una figlia nel modo giusto, nel Paradiso sarà vicino a me come un'unghia è vicina all'altra”
Alle figlie viene dato il diritto d'eredità sia nella proprietà del padre che della madre. Il padre è responsabile di tutti i suoi bisogni fino al matrimonio.
Diritti di una moglie:
Nell'Islam il matrimonio viene considerato come un dono di Dio. Il Corano dice:
Allah vi ha dato spose (mariti alle donne) della vostra specie, e da loro vi ha dato figli e nipoti e vi ha concesso le cose migliori. Crederanno al falso e disconosceranno la benevolenza di Allah? (16:72)
Al momento del matrimonio il marito deve dare la dote alla moglie ( la donna può chiedere qualsiasi cosa a parte quelle vietate dalla religione). Inoltre l'uomo deve sostenere tutte le spese del matrimonio. Nel matrimonio ci deve essere il permesso sia dell'uomo che della donna.
La responsabilità di colmare tutti i bisogni della famiglia è del marito mentre la moglie non ha nessun obbligo economico. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:
L'uomo è responsabile e guardiano della famiglia. E per ciò deve rispondere a Dio”.
Il marito e la moglie devono aiutare ciascuno rimanendo nelle proprie sfere. Devono agire in modo tale che i figli possano avere la madre,in quanto non ha obblighi economici e quindi è a casa per maggior parte del tempo, come una figure di riferimento costante. Ma se il marito non riesce e a provvedere a tutto, volendo la donna può lavorare per aiutare il marito. Ma anche in questo non può essere obbligata dal marito in quanto non è la responsabilità della moglie provvedere economicamente alla famiglia .
Nessuno uomo sposato può stare lontano dalla sua casa per più di quattro mesi senza il permesso della moglie.
E alla fine se la donna sente che il marito non agisce in modo giusto e non le dà tutti i suoi diritti e i due non sono fatti l'uno per l'altro può chiedere il divorzio. Nell'Islam il rapporto matrimoniale non è una imposizione eterna che, qualsiasi cosa accada, non può terminare.
Diritti di una madre:
Nella giurisprudenza islamica dopo Dio e il suo Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) i diritti più importanti sono quelli dei genitori. Il Corano ripete continuamente queste parole:
Abbiamo imposto all'uomo di trattare bene i suoi genitori: lo portò sua madre di travaglio in travaglio e lo svezzò dopo due anni: “Sii riconoscente a Me e ai tuoi genitori. Il destino ultimo è verso di Me. (31:14)
[...]siate buoni con i genitori [...](6:151)
Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro “uff!” e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': “O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei, allevandomi quando ero piccolo”*. (17:23-24)
*[Questo è il fondamento teologico, testuale, dell'importanza che l'Islam attribuisce al rispetto nei confronti dei genitori. Il Sublime Corano arriva fino a prescrivere il massimo rispetto anche in caso di avanzato stato di senilità, e anche quando i genitori stessi siano miscredenti. Allah (gloria a Lui l'Altissimo) pone questo rispetto immediatamente dopo quello che si deve a Lui, riconoscendoGli l'Unicità assoluta]
Tra i due genitori la madre ha più diritti. Islam ha dato un posto alle madri che nessun altra società o religione ha riconosciuto. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:
Il Paradiso è sotto i piedi della madre”
Dio ha vietato per voi disobbedire e trattare male la vostra madre”



I diritti della madre sono tre volte più del padre”(questa è la sintesi di un detto di cui il testo è molto lungo)
Diritti come sorella:
Dopo il padre i fratelli sono responsabile di prendere cura delle proprie sorelle fino al loro matrimonio.
I diritti generali:
Diritto all'educazione:
Secondo l'Islam l'istruzione o meglio l'educazione è un obbligo per tutti i credenti. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:
l'educazione è un obbligo per tutti i credenti (sia donne che uomini)”(Al-Bukhari, Al-Muslim)
In una società islamica sia maschio che femmina, povero o ricco devono avere le stesse possibilità dell'istruzione. Lo stato islamico è responsabile di fornire un educazione giusta a tutti i suoi cittadini, sia musulmani che non musulmani.
Diritto di possedere proprietà, commercio e eredità:
La donna ha il diritto di possedere proprietà, di commercio e di tenere tutti i guadagni per sé senza dare un centesimo in casa. La donna può anche lavorare rispettando le regole del velo. E non assolutamente vero che l'Islam vuole chiudere la donna dentro la casa. Il Corano dice:
Agli uomini spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti; anche alle donne spetta una parte di quello che hanno lasciato genitori e parenti stretti: piccola o grande che sia, una parte determinata .(4:7)
Teniamo presente che i Paesi “liberi” e “moderni” hanno dato questo diritto alle donne nel 1870 con
The Married Women's Property Act 1870” .
Diritto di voto e libera scelta:
L'Islam ha dato alle donne il diritto di voto e di partecipare nella vita politica della comunità.
Un esempio di questo è Aeysha (Dio sia contento da lei) la moglie del Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) che aveva fatto una guerra guidando personalmente l'esercito contro il quarto califfo (Dio sia contento da lui) in quanto non era d'accordo con una sua decisione politica.
Anche i cosiddetti Paesi “democratici” hanno questo diritto riconosciuto solo 100 anni fa.
Diritto alla “privacy”:
Secondo l'Islam sia uomini che donne hanno diritto alla privacy. È vietato entrare nella casa o camera altrui senza chiedere il permesso. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto:
Prima d'entrare nella casa degli altri chiedete tre volte il permesso, se no ritornate”
non andate a raccontare in giro quello che avete sentito su altri”
un verso del Corano dice che parlare male di una persona è come mangiare la carne del proprio fratello.
Diritto all'onore e alla sua difesa:
Per rispettare la donna e darle la giusta posizione che Dio le ha riconosciuto è necessario salvaguardare l'onore della donna, sia attraverso l'insegnamento morale che attraverso leggi severe per garantire il massimo rispetto per l'onore femminile. Solo per questo motivo sono state date le regole riguardo al velo (un modo di autodifesa). Salvaguardare i diritti delle donne è responsabilità dei governi islamici, tribunali e della società. Il Profeta (pace e benedizione di Dio su di lui) ha detto: “chi crede in Allah e nel giorno del giudizio non deve tormentare il vicino di casa e deve rispettare le donne […]” (Al-Bukhari e Al-Muslim).
Uguaglianza davanti a Dio:
Secondo l'Islam la donna e l'uomo sono uguali negli occhi di Dio. E avranno lo stesso premio se fanno azione giuste e lo stesso castigo se sono deviati dalla retta via. Il Corano dice:
Il loro Signore risponde all'invocazione: "In verità non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate, in quanto gli uni vengono dagli altri. A coloro che sono emigrati, che sono stati scacciati dalle loro case, che sono stati perseguitati per la Mia causa, che hanno combattuto, che sono stati uccisi, perdonerò le loro colpe e li farò entrare nei Giardini dove scorrono i ruscelli, ricompensa questa da parte di Allah. Presso Allah c'è la migliore delle ricompense (3:195)
Non invidiate l'eccellenza che Allah ha dato a qualcuno di voi: gli uomini avranno ciò che si saranno meritati e le donne avranno ciò che si saranno meritate . Chiedete ad Allah, alla grazia Sua. Allah in verità conosce ogni cosa. (4:32)
In questo mio articolo ho cercato di mettere in luce solo alcuni dei diritti che l'Islam per la prima volta nella storia umana ha dato alle donne. Ho cercato di chiarire alcuni dei pregiudizi che ha la maggior parte della gente che non conosce quello che veramente la nostra religione ha detto. Perché siamo “invasi” dalle menzogne che ci vengono raccontate attraverso i mass-media per giustificare l'atteggiamento di certi stati che vogliono “liberare” tutto il mondo. Peccato che prima di fare ciò dimenticano il proprio passato e presente. Leggendo questo articolo non bisogna dimenticare che questi diritti non sono frutto di un movimento femminista . Questi diritti sono stati dati millequattro cento anni fa. Quando le società che si vantano di essere “civili” “moderne ed aperte”, “libere”e “democratiche” bruciavano vive le donne accusandole d'essere streghe.

giovedì 6 gennaio 2011

Perché il velo?

Perché il velo?
Perché l'Islam degrada la donna tenendola dietro il velo? Questa è una delle domande più frequenti
che vengono fatte a noi musulmani. In questo mio articolo cercherò di chiarire alcuni dubbi che
molte persone hanno riguardo al nostro Deen (Islam non solo una religione ma un intero sistema di
vita cioè Deen che fornisce le indicazioni per ogni aspetto della vita umana).
Prima di vedere la posizione dell'Islam vediamo quale posizione occupava la donna in tante altre
grandi religioni e civiltà del mondo prima dell'Islam.
In alcune parti del mondo veniva bruciata quando le moriva il marito mentre in altre non poteva
neanche parlare nella chiesa. Molte civiltà l'usavano come prostituta mentre in altre veniva uccisa
quando apriva gli occhi. In tante società erano augurati solo i figli maschi mentre in altre se veniva
violentava non aveva nessuna importanza e ancora ai nostri giorni il criminale subisce una penalità
molto superficiale.
Adesso vediamo la questione del velo nell'Islam. Islam ha decisamente migliorato la condizione
della donna dandole molti diritti che prima non aveva. Tante persone discutono solo il velo per la
donna. Mentre nel Sublime Corano, Allah ha detto:
(O Profeta) Di' ai credenti di abbassare il loro sguardo e di salvaguardare le loro parti
private. Ciò è più puro per loro. Allah ben conosce quello che fanno. (Sublime Corano 24:30)
Quindi anche gli uomini devono coprire il loro corpo e se guardando una donna li vengono in
mente “ starne cose” devono abbassare il loro sguardo.
Poi il verso successivo dà le indicazione alle donne:
E di' alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro
ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non
mostrare i loro ornamenti […..] (Sublime Corano 24:31)
Nel corano e nella tradizione del Profeta (Pace su di lui) ci sono sei criteri per i vestiti che le donne
e gli uomini devono rispettare. A parte il primo criterio che è diverso per gli uomini e le donne gli
altri cinque sono uguali per entrambi:
1) Il primo riguarda la parte del corpo che deve essere coperta. Gli uomini devono coprire
obbligatoriamente il loro corpo a partire dalla pancia fino alle ginocchia però è meglio
coprire tutto il corpo. Mentre le donne devono coprire tutto il corpo a parte la faccia, le mani
e i piedi.
2) I vestiti devono essere abbastanza larghi da non rivelare la figura;
3) I vestiti non devono essere trasparenti che si possa vedere il corpo.
4) Non devono essere attraenti per il sesso opposto.
5) Non devono essere quelli dell'altro sesso.
6) Non devono essere simbolici di qualche altra religione.
A parte questi criteri il velo (sia per maschi che per le femmine) riguarda anche il modo di
pensare, di parlare, di comportarsi ecc.
In un altro posto il Sublime Corano dice:
E quelli che ingiustamente offendono i credenti e le credenti si fanno carico di calunnia e di
evidente peccato. O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di
coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è Perdonatore,
Misericordioso. (Nobile Corano, 33:58-59)
Il Corano, quindi, dice che l'obbiettivo principale del velo è che le donne musulmane vengono
riconosciute come donne modeste e serve per proteggerle d'essere molestate.
Per esempio supponiamo che due sorelle gemelle, ugualmente belle stanno camminando sulla strada.
Una di loro porta il velo mentre l'altra ha indossato una mini gonna. Sulla strada c'è un “uomo” ch'è
lì per tormentare le donne. Chi delle due sorelle molesterà? Quella con il corpo coperto o quella
mezza nuda? Naturalmente quella con la mini gonna perché attira l'attenzione degli altri. Nell'Islam il motivo di portare il velo è solo per proteggersi e non per sottomettere e sopprimere la donna.
Poi dopo questa prevenzione se qualcuno oserà ancora di toccarla non andrà in prigione per
soli quattro o sei anni ma andrà incontro una penalità che merita veramente dopo aver commesso un
reato così grave e disumano.
Secondo un recente ricerca del FBI negli Stati Uniti la percentuale della violenza sessuale è in
continuo aumento. Ogni giorno cerca 1000 casi vengono registrarti. E la stessa cosa per tanti altri
Paesi “liberi”.
Per finire vorrei farvi un'ultima domanda: immaginiamo che in un Paese sia l'uomo che la donna
rispettano i criteri del velo. Poi se qualcuno commette un reato di molestia sessuale viene punito
con la pena di morte. Allora in una situazione del genere il numero dei reati di molestia aumenterà?
Rimarrà uguale o diminuirà?